E' costante tradizione che la sacra immagine del Crocifisso di Giuncarico fosse stata trovata da un caldanese fra il fieno in quel luogo medesimo ove ora si venera, il quale prima che fosse convertito in una chiesetta non era che una stalla. Teneva in proprio uso detta stalla il nominato popolano, quando un giorno operando attorno ad una massa di fieno si avvenne nel Crocifisso. Restato fortemente meravigliato di ciò che vedeva, passò a tenere proposito con altre persone. Giunto presto l'accaduto all'orecchio del Sacerdote, di concerto col popolo, stimando troppo doverosa cosa il trasportarlo in luogo sacro, per risarcire così alla irreverenza che verso di Lui fosse stata usata da persona di poca religione, determinarono di trasferirlo con decoroso accompagnamento alla Chiesa Parrocchiale.
Ma, prodigio veramente sorprendente! E la tradizione di ambedue le popolazioni, di Giuncarico cioè, e di Caldana che così si narra: la mattina seguente al solenne trasferimento la Sacra Immagine, non più nella Chiesa Parrocchiale dove fu trasportata, ma in quella medesima stalla dove fu dal caldanese rinvenuta, fu di nuovo trovata.
Si rileva da ciò che questo Santo Crocifisso voleva essere venerato non altrove che in quell'umile luogo. Vi fu per mezzo di pie offerte edificato a suo onore una Chiesa. La devozione verso questa Sacra Immagine, singolarmente dai caldanesi, si è mantenuto in ogni tempo costante. Se occorre arredo od altro per la divota Chiesina i Caldanesi contribuiscono alla spesa.
Né anticamente faceva Giuncarico funzione, novena, triduo, preghiera o ringraziamento a questo S.S. Crocifisso senza rendere consapevole ed invitare la popolazione, persuaso che più a Caldana che a sé medesimo fosse il S.S. Crocifisso di pertinenza.
E' attestazione solenne fatta ad una voce da tutti, che ogni qual volta, in unione ai giuncarichesi, il che è stato sempre in costume, ha porto questo popolo le sue suppliche al venerato Simulacro, sempre ha ricevuto le grazie che ha domandato, sia della serenità ne' tempi assai piovosi, sia della pioggia nei tempi di grande siccità.
Si presentò in quest'anno medesimo [1855] a questa popolazione una imponente causa di non piccolo sgomento. Erasi circa la metà di giugno sviluppato il Colera Morbus nel Porto S. Stefano, con tanto furore da ascrivere al numero dei più 18 in 20 persone al giorno.
Né passò molto tempo che incominciaronsi a sentire dei casi nei paesi circonvicini. Castiglioni, Scarlino, Massa e Ravi. Che fare in siffatto spaventoso frangente? Altro non rimaneva che invocare l'assistenza del Cielo. Perciò questo popolo ponendo nel S.S. Crocifisso di Giuncarico tutta la sua fiducia, si portò con devota processione a visitarlo in quella Sacra Immagine, ed a porgergli i caldi suoi voti con ferma speranza di ottenere la liberazione da tanto grave disgrazia.
Prestò orecchie il Redentore alle suppliche dei divoti caldanesi, e benché Massa avesse avuto a deplorare 16 morti di colera, Castiglione 2, Scarlino 32, e Ravi 4, tuttavolta Caldana non ebbe a lamentare di cosiffatto pestilenziale morbo neppure un caso.
E il popolo caldanese si portò ben due volte in divota processione alla Chiesa del S.S. Crocifisso, onde ringraziare, coi giuncarichesi, il Santo Simulacro per la ottenuta grazia.
Oggi, la festa del S.S. Crocifisso viene celebrata la prima domenica della seconda quindicina di maggio.