10 anni di ordinazione sacerdotale di don Gian Paolo

Foto di Chiara Mori e di Claudia Ceccarelli

Anche quest'anno La Parrocchia di Caldana ha organizzato la “Festa della Famiglia” che si è svolta il pomeriggio di Domenica 11 Maggio nel Parco dei Castagni, ripulito e risistemato per l'occasione da parte di alcuni volontari. E' un appuntamento che il Consiglio Pastorale parrocchiale ripropone da molti anni, nella consapevolezza del ruolo insostituibile che la famiglia riveste nella nostra società e nella chiesa stessa, chiamata oggi ad adottare, per questa insostituibile istituzione, mezzi pastorali adeguati ad affrontare le sfide del mondo con la luce e la forza del Vangelo. Al programma della festa, che prevedeva la celebrazione della S. Messa e la merenda-cena, è stata abbinata anche la festa per il 10°anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Don Gian Paolo Marchetti, attuale parroco della parrocchia del San G.B. Cottolengo di Grosseto che ha vissuto la propria esperienza umana e cristiana nella comunità caldanese fino a maturare la vocazione al sacerdozio; alla festa hanno partecipato anche alcuni seminaristi e il rettore del Seminario di Siena e Grosseto Don Claudio che ha concelebrato la messa insieme a Don Gian Paolo e al parroco di Caldana Don Enzo Mantiloni. Al termine della celebrazione eucaristica è stata consegnata a Don Gian Paolo una targa ricordo riportante una riflessione di Papa Francesco sul significato della gioia cristiana. La comunità parrocchiale ha vissuto con entusiasmo questo momento di festa, pregando per le necessità materiali e spirituali di tutte le famiglie e continua a sentire Don Gian Paolo, componente della “famiglia parrocchiale di Caldana”,sempre vicino alla sua comunità paesana e a servizio della chiesa.

 

Roberto Lorenzi

 

Caldana (Gr) 13.05.2014

 

 

Dai giovani.

Abbiamo camminato tanto, insieme. Abbiamo salito montagne, seguito sentieri, scivolato su ghiacciai, affrontato dighe, macinato chilometri in ogni direzione. Abbiamo sempre spinto lo sguardo avanti, dritto in fronte a noi; e spesso tu eri avanti, come stabile guida. Di bischerate se ne son collezionate infinite. Di risate ne abbiamo vendemmiate sempre a piene mani. Di parole, vere, ce ne siamo sempre nutriti come fossero unico nostro nutrimento. Abbiamo tanta strada dietro di noi, tanti passi che ci hanno fatto crescere, che ci hanno visto farci adulti, ragazzi e ragazze che adesso si scoprono genitori, zii, adulti – uomini e donne che affrontano la vita fieri di esser stati giovani qua, là, in ogni altro altrove. Adesso le strade ci hanno portato in tante direzione divergenti. Ma l'esigenza di ritrovarsi è sempre forte, imperiosa, irrimandabile. Anche chi non c’è, col fisico, è qua col pensiero, con una parte di sé che magari è quella ancora più importante. Il tempo passa ma la certezza di quello che abbiamo vissuto, visto, respirato, collezionato è viva, pulsante, come sangue sottopelle. Dieci anni, e siamo ancora qua. Dieci anni, senza invecchiare mai. Stiamo giovani, con te, per sempre!

 

 

Dalla Comunità.

10 anni fa – così tanto tempo, che mette i brividi! – ci sentimmo orgogliosi come comunità di consegnarti al mondo, umile servitore ma nostra guida sicura verso i disegni di Dio. Ci sentimmo orgogliosi di ospitarti per celebrare la tua prima messa da sacerdote. Ti salutammo, dieci anni fa; ti demmo il benvenuto qui, in questi luoghi che ben ti conoscevano e ai quali eri tutto fuorché straniero. E proprio oggi noi siamo ancora qui ad accoglierti, a darti l'ennesimo benvenuto, come se ancora fosse necessario! Ma oggi la ricorrenza è importante; perché 10 anni sono passati – già 10 anni! Anche in quest'occasione accorriamo, tutti, a rinnovarti il nostro bene, la consapevolezza profonda che siamo famiglia, e come tale sempre in ascolto, l'un l'altro, dei bisogni più profondi, e sempre accoglienti coi propri membri, dovunque e comunque siano. Siamo tutti pellegrini, nel nostro compito. Camminiamo, percorriamo strade. Camminiamo domandando, parlando, coinvolgendo. Camminiamo testimoniando: il compito a cui siamo chiamati, senza nessuna scusa né congedo. Ma di una casa ne abbiamo sempre bisogno: un luogo accogliente dove saper di poter tornare, persino penitenti, certe volte, ma sempre perdonati; sempre accolti e accettati. Qua è casa, senza nessun dubbio né timore. Il tuo esempio lo abbiamo cominciato a seguire anni fa, ben più di dieci. Sei sempre stato un modello, una guida con il bastone del viaggio, i sandali del percorso, la decisione di non arrendersi mai, al di là di ogni tranello e imboscata. Dieci anni se ne sono andati: tutti come grani di un rosario. A guardarsi indietro, c'è da farsi sorprendere dalle vertigini. Ma il tempo passa veloce se si vive, se si agisce, se riusciamo a far gemmare il tempo in azioni concrete: in ascolto, in aiuto, in sostegno. Non c'è nessun altro modo per poter dire di aver vissuto. E la tua vita è stata concreta, lo è stata molto. Dedita all'azione, da sempre, senza nessuna paura. Ma anche al servizio, e al rapporto umano che non deve mai mancare. Da qua, da questi luoghi, tutto è partito, da qua il sogno è nato. Da qua la tua decisione è maturata: più giusta non poteva esistere, perché adesso la gioia è diffusa, l'entusiasmo contagioso. Sicché l'evidenza supera il dubbio, e la sicurezza ci rende padroni. La strada è stata quella giusta; e avanti a noi pare giustissima anche la strada che si intravede. Che dovunque porterà, sempre qua, in questi luoghi, in questo angolo di mondo, ci sarà la più profonda casa che tu possa mai avere.