Il Frantoio

Don Gian Paolo Marchetti ricorda...

 

"Ancora ricordo quando quindicenne (intorno, sicché, ai primissimi anni '90), negli ultimi giorni di luglio, veniva tirata fuori l’enorme chiave della serratura del “frantoio”: era il preludio alla festa di mezz’agosto, perché nel frantoio era contenuta la gran parte del materiale che occorreva per allestire la festa.

La luce non c’era, ma nella penombra si vedevano ancora le macchine per la molitura delle olive, le macine, le presse, il separatore; tutto alimentato da un solo albero posizionato in alto vicino alla volta che con cinghie e pulegge trasmetteva il movimento ai vari macchinari. Qua e là alcuni bigonci con dell’olio oramai vecchissimo, e qualche ziro di terracotta. Era infatti il frantoio della famiglia Maiani.

Nel paese esistevano diversi frantoi. L’ultimo è rimasto attivo fino agli anni '90: quello del Ceccarelli. Adesso un moderno frantoio (anche se usa in parte la molitura con le macine) è stato aperto al bivio di Caldana: il Frantoio San Luigi.

L’Associazione "Società di Mutuo Soccorso", che lo usava come magazzino, più volte aveva pensato all’acquisto di quella struttura anche perché si trovava sotto al Teatro che stava ristrutturando. Il frantoio, infatti, era stato allestito nei primi del Novecento in un baluardo delle mura e più precisamente in quello di pertinenza del Palazzo Austini. Probabilmente (ai tempi che Berta filava...) in origine, funzionava anche da posto di controllo e la strada di accesso al paese vi passava dentro. Si notano infatti due aperture: una a nord con stipiti in travertino e canali per lo scorrimento delle catene di un ponte levatoio e a sud l’attuale porta d’ingresso, con ancora i canali negli stipiti per il cancello a “ghigliottina”. Un vero e proprio baluardo dove chi vi entrava poteva rimanere intrappolato dentro, se considerato un tipo sospetto.

Ma ritorniamo alla storia di oggi! Il pensiero era veramente quello di poterlo acquistare, quando una sera il dott. Maiani convocò in casa sua l’attuale presidente dell’Associazione e il vice presidente (il carissimo e compianto Giorgio Battaglini) e disse loro di voler donare all’Associazione il frantoio, purché rimanesse un bene per il paese intero.

Da quel momento iniziarono i lavori di ristrutturazione, che dopo quattro anni hanno restituito al paese questa struttura come sala polivalente, utilizzabile per mostre, riunioni e tanto altro.

La targa posta all’ingresso ricorda tutto questo!

Non ci resta che dire grazie al dott. Maiani e ricordarci il motto del Campanone: "Quanta concordia valga in un popolo a costruire opere utili non periture"!