In ricordo di Mario Maiani

2022

Dieci anni fa se n'è andato Mario Maiani, una figura fondamentale per il nostro paese di Caldana e per la Maremma tutta.

Schivo, non amante del protagonismo e dell'apparire, Mario Maiani si è progressivamente rivelato agli altri nel corso della sua vita, stupendo tutti per quegli atti di generosità così inattesi ma disarmanti che lo hanno visto protagonista di un'azione filantropica che raramente ha trovato eguali.

Si è occupato del Sud del mondo, ma anche dell'Italia, con spirito di dedizione e di cura, non pretendendo il riconoscimento ufficiale ma operando per vero spirito di servizio.

Mario Maiani ha saputo dare un senso profondo al significato di altruismo, contribuendo a migliorare il benessere delle persone in ogni parte del mondo.

Non possiamo che nutrire riconoscenza, per questo nostro cittadino così generoso e amante dell'essere umano.

E, dobbiamo dirlo, in questi tempi così egoisti e furiosi, è una persona che manca. Manca tanto.


Per Anna Maria Bronzoni Galli

Domenica 15 settembre 2019

Oggi Anna Galli ci ha lasciati; un altro capitolo di storia che vola via in silenzio, ma che ci lascia un sorriso vero, quel sorriso racchiuso in un volto con lineamenti sereni e gentili. Ad ogni incontro ci coccolava, con le sue  semplici, ma gentili  parole. Riposa in pace cara Anna.

Patrizia Bartoletti

Un ricordo per Maria Giovanna Bolognesi

Maria Giovanna Bolognesi 

La maestra di Caldana

 

Andavo spesso a trovare la mia maestra nella sua casa di Borgo.

Il viso sereno, quieta, sempre piena di ricordi e piacevoli complimenti:

- “Cara Angela, -diceva- sei sempre come quando eri bimba: generosa, gentile, intelligente e capace” - 

Non nego che, a volte, mi creava imbarazzo...

Con i capelli raccolti, gli occhi vivaci e sorridenti, era semplice ed elegante.

Buona, generosa, unica… con sempre una parola di conforto per tutti.

Abbiamo perso molto, ma abbiamo ricevuto tanto: come persona e come maestra, ci ha resi tutti più ricchi!

Ha amato la sua terra, il suo paese, la sua famiglia.

Una donna di valore, di grande ricchezza intellettuale che il tempo e l’età hanno

lasciato intatti.

Grazie maestra Maria Giovanna!

 

Angela Spagnoli

 


Ricordo per Giuliano

L'Associazione "Società di Mutuo Soccorso" esprime il suo profondo cordoglio per la scomparsa dell'amico Giuliano Tosi.

 

"Salutare per sempre una persona è un compito doloroso; persino tremendo. Perché l'assenza è sempre pesante, priva della gioia dell'incontro, della parola, dello scambio, della tangenza. Fa credere che il rapporto si concluda, termini senza più appelli.

Salutare un compagno, che era anche (e soprattutto) un amico, è ancora più straziante. Perché con lui si condividevano passioni, si erano costruiti progetti, si erano realizzate imprese che perdurano ancora, di fronte agli occhi di tutti.

È proprio da qua, però, che si deve partire, di nuovo; è da qua che bisogna, asciugati gli occhi, trovare la forza di intraprendere la parte restante della nostra strada. Sapere, cioè, che anche in sua assenza Giuliano rimarrà sempre nei nostri occhi e nei nostri pensieri per tutto quello che qua attorno riusciamo ad ammirare. Lo rivediamo camminare, per questi luoghi. Sappiamo che un po' di quello che in questo paese è stato fatto è anche merito suo. E nulla come il merito ci rende degni della vita, della vita quella vera, quella che ha un senso e che non è sprecata nell'individualismo senza talenti né tesori.

Di amici se ne sono persi, per la strada. Come Associazione vogliamo ringraziarlo, qua, con modestia ma sincerità, per tutto l'impegno che ha sempre impiegato in questi anni nel cercare di realizzare il bene di tutto il paese, di tutta la comunità caldanese. Nelle nostre menti rimarrà come l'indiscusso regista della “griglia”, ma anche il divertente mattatore, il poeta delle storie improvvisate, l'amante della rima e del verso armonioso, l'intonato cantastorie di modi e tempi perduti. Sempre riconoscenti nei suoi confronti, lo salutiamo, oggi, e lo ringraziamo per tutto, con l'augurio migliore che possiamo fargli adesso: che la terra ti sia lieve!"

 


Ricordo per Siria

06/11/2013

di Angela Spagnoli

I pranzi in Biancolana, i tortelli più buoni, il suo sorriso, hanno accompagnato la mia vita e oggi Siria, la mia “mamma” di Maremma, è tornata da Severino.

Angela


Enzo

+ 26 marzo 2011

Speriamo che ci si ricordi molto, del mondo, una volta lontani, altrove; speriamo che se ne ricordi ogni dettaglio. Ché i ricordi sono il nostro patrimonio, la nostra dote, quella che ci portiamo via una volta liberate le nostre stanze. Anche Enzo se n’è andato. Ci ha lasciato per compiere un percorso a tutti destinato. Ancora una volta, siamo qui a piangere un amico, a cercare di consolarci nella prospettiva d’un evento che non potrà risparmiare nessuno. Siamo tutti qui, di nuovo, a salutare un amico, a esprimere il bene che per lui sentivamo, l’amicizia che, in diverse forme e gradi, ci legava a lui. Di nuovo siamo tutti qui a raccoglierci intorno a un collaboratore instancabile, a un appassionato cacciatore, un uomo riservato che non sprecava le parole. Un uomo sempre gentile e generoso, che ha saputo trasformare anche la sua partenza in un ultimo atto d’amore per chi non avrà mai modo di conoscere. Perché questa è forse la vera gentilezza: un omaggio, un gesto prezioso di cui forse non saremo mai ringraziati personalmente, ma che accompagnerà qualcuno per sempre – un’orma sul suo cammino. Tutti noi caldanesi ci troviamo nella nostra bella chiesa, di nuovo, per salutare, per rendere l’ultimo vero e profondo omaggio, a un ennesimo nostro compaesano che ci ha lasciati orfani della sua presenza. Tocca a noi, adesso, far gemmare la sua vita, non rendere vano il suo abbandono: tocca a noi, adesso, traghettare il suo ricordo. Tocca a noi, fin d’ora, il compito assoluto di non separarci mai dalla sua memoria, dai frutti che, come terra fertile, ha saputo far germogliare. Tocca a noi, adesso, continuare a mantenere vivo il suo albero e i frutti che lui, col suo lavoro e i suoi gesti, ha, nella riservatezza del silenzio, coltivato: è questa, sempre, la nostra prima resurrezione.

27 marzo 2011

27 agosto 2011.

Ecco alcune foto della serata del 27 agosto nella quale, dopo l'esibizione del coro "Caldana Yes" è stata consegnata la targa in ricordo di Enzo Mannucci al figlio Tommaso, da parte dell'Associazione "Società di Mutuo Soccorso" e dell'U.S. Caldana.

Le foto sono state gentilmente inviate alla redazione dal sig. Piero Anderloni.


Eusepio

Lasciamo poche cose di noi, quando ce ne andiamo. La nostra assenza pesa sul respiro di chi rimane e prosegue. Si converte in sola polvere il nostro corpo; perdura, però, l'immagine della nostra disponibilità: quel sorriso e quelle mani sempre aperte a un incontro, a un progetto, a un'ennesima impresa. Né esiste altro pregio che la libertà a fare.

Quando l'azione è volontaria e non conosce nessun altro interesse diventa chiaro merito. Domani rimarrà sempre e soltanto il valore dei nostri atti: sono loro che daranno l'impronta al nostro vissuto; che ci accorderanno una sopravvivenza negli ostinati ricordi.

Sono loro che ci concederanno la sola, umana, assoluzione.

13 agosto 2008


Giorgio

È con le parole che dovremmo ricordare Giorgio? Le parole non son indispensabili. Le parole, al cospetto dell’abbandono, son sempre secche, aride; asciutte come sabbia che arde al sole. Più delle parole vale un ricordo, l’immagine che non si sfoca d’un volto, d’un profilo, d’un percorso comune. Rimangono i gesti, le azioni; rimangono le opere, i meriti d’esistenza, i comportamenti diretti alla comunità. Niente, infatti, è più grande d’un’azione; perché un’azione è un dono, un regalo vitale, un impulso d’amore. E perché un’azione raccoglie seguaci, compatta le schiere che non hanno altro fine del bene comune.

Più importante dei discorsi, più importante delle parole, dunque, è il ricordo dell’operato, il testamento più importante che ciascun uomo lascia dietro e oltre sé. Più che un ricordo, però, stasera vorremmo che questo fosse un ringraziamento: un ringraziamento che non possa dirsi definitivo ma che possa considerarsi sincero, onesto.

Più che ricordarlo, infatti, vorremmo ringraziarlo, Giorgio, perché indubbio è stato il suo amore per il paese, per questo paese che è anche il nostro. Era eccezionale la dedizione che metteva nel voler, caparbiamente, portare avanti questo progetto, questa sagra che impegna per quanto soddisfa, che è faticosa per quanto gratificante. Sicché è stato un obbligo morale quello di ricordarne il nome, il profilo, le gesta in questa prima festa paesana che s’è svolta, inevitabile, senza il suo aiuto e l’attiva sua partecipazione.

Ognuno di noi, sicuramente, custodisce in sé, nel profondo di sé, il più bel ricordo di Giorgio. Ognuno di noi potrà pure scegliere di condividere codesto ricordo; di comunicarlo scambievolmente, tessendo una vera e propria catena della memoria che sappia rinsaldare un rapporto che così, e soltanto così, è destinato a non sfilacciarsi e a non soffocarsi mai.

Dovremmo, inoltre, anche imparare, far tesoro del suo esempio e perseguire la sua missione, le sue vocazioni, che così tanto bene avevan prodotto alla comunità, a questo paese che lui amava oltre ogni dire, forse anche più di quel che lui stesso immaginasse, o sentisse. Dovremmo, fors’anche, impadronirci di quella sua passione, di quella sua disinvoltura nel risolvere i problemi, la risolutezza nello sciogliere gli incidenti, di quella sua simpatia che contagiava gli altri; e che permetteva di lavorare più in sintonia e con convinzione, con la consapevolezza disinvolta del divertimento.

Giorgio amava il suo paese; come se fosse la sua più intima vocazione. Ci garba pensare che lo ami ancor adesso, anche in questo preciso momento. E, al di là delle personali questioni, degli aspetti che, più individualmente ci riguardano, ci garba pensare che codesto sia l’aspetto che più duraturo possa conservarsi, che riesca a filtrare attraverso le maglie del tempo. Al di là della sua fisica presenza, la sua dedizione e il suo impegno rimarranno ammirevoli, intramontabili, indiscutibili attraverso mille e una notte, proprio come questa. Perché l’abbandono lascia un dolore che forse mai nessuno può attenuare; ma il comportamento e le azioni edificano un ricordo che nessuno ci potrà rubare.

10 agosto 2010