Le fonti

Attorno a Caldana ci sono diverse fonti.

 

L’unica che non aveva sorgente propria era Fontelunga, che comunque era la più moderna.

 

La più antica è forse Fonte di Ravi: si chiama così perché si trova sulla vecchia strada che da Caldana porta a Ravi, luogo delle famose sassaiole con i ravigiani.

Fonte di Ravi è costruita in pietra e ha una sorgente propriamente detta, che alimenta il Fontino dove si prendeva l’acqua con la brocca o la barletta per bere, per cucinare, insomma da portare a casa.

Accanto c’è l’abberatoio: l’acqua vi arriva dal Fontino tramite una canalizzazione all’interno del muro, poi dall’abbeveratoio passa nello sciacquatoio, dove si sciacquavano i panni; da lì passa nel lavatoio: è questa l’ultima vasca, la più grande, dove le donne lavano i panni. Dal lavatoio l’acqua esce e va negli orti sottostanti ad alimentare le bozze che servivano per innaffiare.

 

Altra fonte di estremo riguardo è Fonte fresca: ha una sorgente propria e tira pochissima acqua ma costante e fresca. Fonte fresca ha un’unica vasca dentro una specie di struttura a galleria. Quest’acqua serviva soprattutto per bere, perché era più fresca. Si usava una canna che veniva forata nei nodi e permetteva di raggiungere il tubo dove fuoriusciva per poter riempire i fiaschi.

 

Queste erano le fonti pubbliche; ci sono poi i cosiddetti Fontini: del Bertelli, dello Scasso, del Ceccarelli (detto oggi “del 4x4”).

 

Salendo verso i Poderi Alti e Cesi si trovano numerosi fonti e fontini nel luogo detto Le Fontanelle: il Fontino delle Fontanelle, la Fonte ai Niccioli, l'abberatoio del Bertelli e altri fontini o abbeveratoi. Poi la Fonte dei Poderi (ormai asciugata), la Fonte di Pirchio, la Fonte al pidocchio (proprio dietro la strada passati i Poderi Alti che porta in Cesi, la quale fonte tira nei mesi invernali e primaverili) e la Fonte di Cesi.