Pensieri immagini & parole

Mattino di nebbia in borgo, di Paolo Cimoni
Mattino di nebbia in borgo, di Paolo Cimoni

Notturno su Caldana

Fonda la notte,

il silenzio rinchiuso negli usci.

Nel cielo trapunto di stelle

si pavoneggia la luna vestita d'argento.

 

Vuote le strade,

rari e frettolosi i passi cadenzati

sulle pietre.

Nell'antica contrada,

alle sferzate del vento

un vecchio lampione dondola irrequieto,

volteggiano ubriachi i pipistrelli.

 

I poggi adombrati

appariscono come paurosi fantasmi.

Il campanile

sta come sentinella vigilante

sul riposo profondo del paese.

Rompono il silenzio

i lenti rintocchi dell'orologio.

E' mezzanotte!

 

Dorme la campagna,

riposano le bestie nelle stalle,

s'è spento a poco a poco lo stridio dei grilli.

 

Sull'aie deserte vegliano i pagliai.

 

Alvaro Mucci


Caldana

Tra le tue mura rinascimentali

sento – respiro – l’odore pungente della storia.

 

Tra le tue mura

mi sento al sicuro,

dall’alto di questo colle

posso vedere la campagna

- la Maremma -

fino a dove si perde lo sguardo,

laggiù,

dove so che c’è il mare.

 

Paese mio,

coronato di ulivi,

umile albero, amico dei contadini,

paese mio,

grande famiglia,

luogo perfetto;

ti prego,

rimani sempre come sei.

 

Io non so cosa vuole Dio da me.

Non so domani cosa mi troverò a fare.

Non so se domani calpesterò un’altra via

che non sia il tuo Borgo.

Non so – non posso – neppure voglio! –

sapere il mio futuro.

 

So però – tra tante cose ignote –

che tu sarai sempre qui,

ad accogliermi a braccia aperte -

qui,

su questa collina,

increspatura fantasiosa di terra.

 

So che tu mi aspetterai sempre,

come una madre fa con il figlio lontano,

in guerra:

aspetta, aspetta,

si consuma il cuore, sperando che torni,

vivo e più felice.

 

Io so che da te potrò sempre tornare,

SEMPRE,

tranquillamente,

con il cuore in mano,

colpevole o innocente.

 

Tu mi perdonerai!

 

Il tempo passa, e la gente se ne va.

Tra trent’anni forse non ci saranno più i miei amici,

non ci sarà più la gente

che vedo passeggiare con le sporte della spesa.

Tu – però – ci sarai sempre,

con il tuo cuore di madre,

amica,

sorella,

amante.

(Caldana, 20 maggio 2003)

 

Giulio Gasperini

da Dedicate, LibroItaliano, Ragusa 2006


Caldana (II)

Mi langue la nostalgia d’una collina

d’un ulivo avvolto ai secoli a

flagellarlo, a donargli la saggezza

delle stagioni. Mi langue la nostalgia

d’un mare azzurro a farsi indovinare

rincorrendosi l’orizzonte, oltre l’

ennesimo bosco di fresco castagno,

oltre le sagge nude sughere. Mi

buca la malinconia, con un pungolo

costante di cemento, d’asfalto

squagliato – mi buca la nostalgia d’

un velato silenzio, d’un tranquillo

trascorrere di nuvole, d’un veritiero

irrompere di pioggia che, se anche

non pura, almeno si conserva sincera.

Mi strazia la nostalgia del mio piccolo

angolo di mondo, dolce nel suo cullare

tra secoli, tra ricordi, tra acini di uve

brillanti nelle albe autunnali – mi

langue la nostalgia dello zucchero dei

fichi, dell’affollarsi d’un campo gravido

di lucciole fragranti di giugno, del lento

lacrimare animoso sul palato di

stelle, delle sue ombre a sorprendere

la nostra leggera ultima sera.

 

Giulio Gasperini

da Patologia, Dreams Entertainment, Vercelli 2010

con dipinti di Paolo Cimoni


La mia passeggiata.

Parto di casa con il bastone in mano

per far una passeggiata assai lontano

mi dirigo in campagna e non nelle contrade

giungendo molto presto alle 2 strade

terminata la salita allungo svelto i passi

per arrivare presto ai Poderi Bassi

da qui proseguo poi il mio cammino

per far alle Fontanelle un riposino

riprendo piano perché c'è salita

volto alle Lastre e la passeggiata è finita

e lo dico senz'altro con il cuor sincero

gustando un panorama tutto vero

lungo quei boschi i miei occhi son orientati

per giungere sin alla Serra degli Impiccati.

Quanto sarà bella e pura la natura

ammirando pure quella gran pianura

del bosco osservo sughere lecci e castagni

e nella pianura lontan scorgo Braccagni

con tanti prati verdi che sembran tutti uguali

il paese che li domina è Montepescali

poi lo sguardo mi va un po' più lontano

ammirando il paese di Sticciano

poi scorgo Vetulonia e la Scala Santa

che di storia etrusca ne ha prodotta tanta

poi vedo Tirli paese di brave persone

che sovrastato è da Poggio Ballone

è bello qui dove ci circonda la natura

perché c'è quiete e respiro aria pura

qui non esiste smog nemmeno inquinamenti

di viver in questi posti siam contenti

son contento di questo e lo dico con affetto

io termino i miei versi e a tutti il mio rispetto.

 

Silvano Battaglini,

Caldana, 6 aprile 1992